Nel comune di Refrontolo, in una casa ristrutturata con orto e frutteto al link: https://andiamoavantitornandoindietro.jimdofree.com/app/download/8400532495/Manuale+La+casa+che+sorride+all%27ambiente+7.2013.pdf?t=1602513190

è stata progettata e realizzata nel 1998 una latrina all’aperto (una “compost  toilet”).

Come è scritto nel manuale della casa , la latrina  è stata costruita di fianco al frutteto  in  mezzo ad un boschetto di bambù (vedi nell’allegato: FOTO 0 e FOTO 1 ). E’ un piccolo gabinetto in legno e canne,  che permette di sfruttare le deiezioni umane come ottimo concime naturale (compostato in forma aerobica) per i fiori e per il frutteto. Su questi sprechi e ricicli di deiezioni il Maestro Fulco Pratesi ha scritto anni fa un interessante articolo che ho conservato (vedi nell’allegato articolo:  Fulco Pratesi Ricchezze disperse).

Se avessi costruito una casa nuova, mi sarei indirizzato al “Multrum”, una “compost toilet a secco” svedese utilizzata in contesto urbano, piazzata entro casa per deiezioni e scarti organici di cucina. L’ho vista utilizzata in Germania entro una casa passiva e mi aveva affascinato per semplicità ed efficacia. Avendo solo ristrutturato la casa ho dovuto adattarmi a costruire una latrina all’aperto. 

La compost toilet penso sia la soluzione tecnologica, che fa il grande passo dall'anaerobico (feci in ammollo) all'aerobico (feci in ossidazione), dalla putrefazione alla compostazione, dalla fogna al cumulo. Un passo non da poco quando si tratta di recuperare materia organica in modo intelligente ed efficiente.

Queste soluzioni di recupero di scarti organici sono fortemente orientati alla ricerca della massima eco-compatibilità con il minimo consumo di risorse ed energia.

La prima latrina all’aperto l’ho vista al centro scozzese per le tecnologie alternative di Machynlleth, poi altre applicazioni in Emilia Romagna da Paride Allegri con Paolo Ermani, in Germania a Eldagsen (Multrum svedese) etc.

Il suo funzionamento è spiegato bene nel libro di Marco Barbieri: Ecologia al Gabinetto, Macro edizioni AAM Terranuova, 1989.

Latrina che poi mio figlio ha realizzato nel 1998 con un progetto sviluppato in legno e canne (vedi nell’allegato: latrina all’aperto progetto).

Nel 1998 il progetto era stato presentato all’ULSS2 per l’autorizzazione sanitaria, ma la risposta è stata che non avevano regolamenti per la fattispecie.

Quando si deve prelevare il compostato da sotto il ripiano, è sufficiente togliere la scaletta e aprire la porta e il metà frontale di destra (vedi nell’allegato: FOTO 2).

Due buche separate, per lasciar compostare alternativamente per qualche mese (vedi nell’allegato: FOTO 3), ed un suo utilizzo molto semplice (vedi nell’allegato: Latrina all’aperto, norme per l’utilizzo).

Per operazioni di manutenzione straordinaria, si può anche sfilare frontalmente il ripiano (vedi nell’allegato: FOTO 4).

 

 

CONCLUSIONI

Nel Next Generation Plan EU (Recovery plan) si parla di recupero, resilienza ed economia circolare per le prossime generazioni...

 

Chi ha la possibilità di fare una latrina all’aperto, non solo recupera uno strumento utilizzato per migliaia d’anni in campagna e nei villaggi, ma attraverso l’innovazione del compostaggio aerobico si  recuperano risorse altrimenti sprecate.

 

E’ soprattutto  uno strumento resiliente (abilità di superare un’emergenza) perché può far fronte a delle necessità impreviste che si possono presentare in questi periodi di crisi energetica e di scarsa manutenzione delle infrastrutture, soprattutto acquedottistiche.

La disponibilità di energia elettrica si fa sempre più critica e le interruzioni più frequenti. Se manca l’energia elettrica non funzionano le pompe degli acquedotti. Infatti i nostri acquedotti non funzionano certamente con l’inesauribile forza di gravità come quelli di Roma antica.

Si è già verificato negli ospedali, ma anche nelle abitazioni, soprattutto nei condomini, che la mancanza d’acqua, anche solo  per qualche giorno, è fonte di fortissimi disagi in primis nei servizi igienici.

E la latrina all’aperto si può anche prestare ai vicini se non ce l’avessero. Anzi, più utenti significano più recupero e quindi più compost.

Una spirale virtuosa...